Mancano tre giorni. Quasi due. Poi gli americani sceglieranno il nuovo presidente. L’augurio, anzi, lo scongiuro, è che sia UNA nuova presidente, che sia Kamala Harris a prevalere nei confronti di un obbrobrio politico e umano come il cotonato dai capelli color carota.
Il livello infimo di molti momenti della campagna elettorale per le presidenziali del 2024 ha un solo, grande responsabile: e non è il candidato presidente dei repubblicani, per quanto il finanziere-bancarottiere si mantenga da sempre ben al di sotto del livello minimo della decenza.
Colui che ha trascinato a fondo il già bassissimo livello della competizione è il multimiliardario alla ketamina, l’elettrificato padrone della tesla, l’aspirante astronauta megalomane che si è comprato twitter a suon di miliardi per trasformarlo in un’accozzaglia di notizie spazzatura, in un continuo festival del complotto, in una ventilatore acceso per sparare sterco in ogni direzione contro i democratici e la candidata Harris.
È a lui chi si deve la deriva pericolosissima che minaccia le fondamenta della democrazia sostanziale, la verità dei fatti, la libertà di essere diversi. Un duetto, quello costituito da Musk e Trump, che marcia senza vergogna verso un inedito totalitarismo del consenso, accelerando come mai prima sui concetti di “nemico”, “anti-patriottico”, “deviante”, “diverso”.
È la macedonia rancida di un’ideologia che tiene insieme la peggior tradizione oscurantista americana, con la nuova tecnocrazia miliardaria, sprezzante verso qualsiasi cosa possa, anche solo lontanamente, rallentarne la possibilità di aumentare profitti, guadagni influenze.
Manca poco al verdetto. Manca poco per capire la strada che imboccheranno gli Stati Uniti e, di conseguenza, buona parte del mondo occidentale. E manca poco al baratro che inghiottirebbe molte di quelle conquiste costate decenni di lotte, traguardi raggiunti a beneficio di tutti, soprattutto di chi meno aveva e ha.
Perciò, cari statunitensi, guardate lontano. Pensate al futuro, disegnate un percorso che allunghi e allarghi la strada dei diritti e delle opportunità, allontanandosi dal burrone che, mai come ora, appare tanto vicino.
Kamala non è certo perfetta, ma dall’altro parte c’è Mordor.